Patologie del Gomito

Rigidità del Gomito

1. Che cos'è la rigidità del gomito

La rigidità del gomito è una condizione in cui l’articolazione perde la sua normale capacità di movimento su diversi piani dello spazio, compromettendo attività della vita quotidiana come piegare, estendere o ruotare l’avambraccio. Può interessare il movimento di flessione, estensione, pronazione (rotazione interna) e/o supinazione (rotazione esterna) dell’avambraccio. In genere, un gomito sano ha un’ampiezza di movimento di circa 0-145° per la flessione e l’estensione e di 75-85° circa per la rotazione. La rigidità può insorgere in seguito a traumi, infiammazioni, o malattie degenerative, e può variare in gravità da lieve limitazione fino a una completa perdita di movimento. Nei casi in cui il gomito risulti bloccato sennza alcuna possibilità di movimento, si parla di anchilosi.


2. Cause

Le principali cause della rigidità del gomito includono:

  • Cause traumatiche:
    Includono esiti di fratture (dell'omero, del radio o dell'ulna), fratture-lussazioni/lussazioni e lesioni ai legamenti. Si stima che circa il 60% delle rigidità del gomito derivino da eventi traumatici. In particolare, una frattura può portare a rigidità soprattutto se coinvolge l’articolazione.
  • Cause non traumatiche:
    Possono includere patologie infiammatorie croniche come l’artrite reumatoide o l’artrosi primitiva del gomito, portando a infiammazione e degenerazione cartilaginea con conseguente alterazione dei capi articolari e riduzione del movimento. Anche attività lavorative pesanti o sportive come alcuni sport di contatto o l’arrampicata, possono favorire questo processo di usura, con la progressiva comparsa dei sintomi. Altre cause meno comuni possono includere infezioni, interventi chirurgici precedenti o condizioni congenite.

3. Sintomi

La rigidità del gomito si manifesta con:

  • Limitazione nel movimento:
    difficoltà nel piegare o estendere il gomito, oltre che nella rotazione dell’avambraccio.
  • Dolore:
    presente specialmente quando si tenta di muovere l’articolazione oltre la capacità limitata. Il dolore a riposo rappresenta invece una caratteristica più tipica delle patologie infiammatorie croniche.
  • Gonfiore e infiammazione:
    nei casi di artrite o traumi recenti, può essere presente gonfiore che peggiora ulteriormente la rigidità.
  • Disagio nelle attività quotidiane:
    difficoltà a compiere movimenti semplici come mangiare, vestirsi o lavarsi il viso. Nei casi più severi, il disagio può interferire significativamente con la qualità della vita.
  • Formicolii o parestesie:
    in caso di interessamento dei nervi che decorrono in prossimità del gomito (soprattutto il nervo ulnare), possono verificarsi sensazioni di formicolio, addormentamento o scosse elettriche a carico delle dita della mano, soprattutto il 4° e 5° dito.

4. Diagnosi

La diagnosi prevede:

  • Esame clinico:
    valutazione della mobilità e analisi della storia clinica.
  • Radiografia del gomito standard in 2 proiezioni
  • Tomografia Assiale Computerizzata (TAC):
    fondamentale per valutare in 3 dimensioni l’articolazione del gomito e valutare con più precisione eventuali ossificazioni e calcificazioni e lo stato di guarigione di eventuali fratture associate.
  • Risonanza magnetica (RM)
    utile in casi selezionati per valutare in casi selezionati le strutture tendinee e capsulo legamentose del gomito.

5. Trattamento

Il trattamento dipende dalla causa e dalla gravità:

  • Fisioterapia:
    è la prima opzione e può ripristinare in parte la mobilità articolare. L’esercizio regolare e lo stretching mirato aiutano a migliorare l’ampiezza del movimento.
  • Farmaci antinfiammatori:
    vengono prescritti in caso di dolore e infiammazione, come nei casi di artrite.
  • Chirurgia:
    utilizzata quando i trattamenti conservativi falliscono o nei casi con compromissione funzionale significativa. Il trattamento chirurgico è personalizzato per ogni paziente in base alle caratteristiche della rigidità e delle richieste funzionali. Il trattamento chirurgico consiste di solito nel release delle aderenze dei tessuti molli associata o meno alla rimozione di ossificazioni o correzioni di eventuali deformità che possono essere coinvolte nella riduzione del movimento. Nei casi più gravi è possibile effettuare sostituzione dell'articolazione del gomito mediante una protesi. Nella maggior parte dei casi l’intervento è effettuato a cielo aperto (con incisione cutanea), mentre in casi selezionati la rigidità articolare può essere trattata per via artroscopica.
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