Patologie del Gomito

Instabilità Cronica di Gomito

1. Che cos’è Instabilità Cronica di Gomito

L’instabilità cronica del gomito è una condizione in cui l’articolazione del gomito perde stabilità, rendendosi soggetta a lussazioni o sublussazioni ricorrenti. La struttura complessa dell’articolazione del gomito, composta da legamenti, muscoli e tendini, è progettata per mantenere l’allineamento tra omero, radio e ulna. Tuttavia, in seguito a traumi o stress ripetuti, queste strutture possono indebolirsi o danneggiarsi, rendendo difficile per il gomito mantenere la sua stabilità naturale.


2. Cause

Le cause principali dell'instabilità cronica del gomito includono:

  • Traumi diretti:
    fratture o lussazioni che danneggiano legamenti. Un paziente che hanno subito una lussazione del gomito può sviluppare instabilità cronica.
  • Esiti di traumi:
    Esiti di fratture o fratture lussazioni occorse sia in età evolutiva che in età adulta, che alterano l’anatomia normale del gomito possono predisporre a instabilità cronica.
  • Lesioni croniche legamentose:
    stress ripetitivi o alcuni sport, soprattutto di lancio, possono progresivamente danneggiare le strutture legamentose aumentando il rischio di instabilità.
  • Iperlassità congenita:
    alcune persone hanno una predisposizione genetica a legamenti più deboli o articolazioni ipermobili, il che aumenta la probabilità di sviluppare instabilità cronica.

3. Sintomi

I sintomi principali dell'instabilità cronica del gomito includono:

  • Dolore:
    spesso avvertito durante specifici movimenti come l'estensione o la rotazione dell’avambraccio.
  • Sensazione di cedimento o instabilità:
    i pazienti riferiscono una sensazione di “cedimento” o che il gomito stia per uscire dalla sua sede.
  • Lussazioni o sublussazioni ripetute:
    eventi di lussazione parziale o completa possono verificarsi frequentemente in chi soffre di instabilità cronica.
  • Rigidità e limitazione del movimento:
    il gonfiore e la tensione possono ridurre l'ampiezza di movimento, in particolare l'estensione completa.

4. Diagnosi

La diagnosi dell’instabilità cronica del gomito si basa su:

  • Esame clinico: la stabilità del gomito viene valutata attraverso movimenti specifici e test dedicati.
  • Imaging:
    • Radiografie standard in 2 proiezioni o radiografie effettuate sotto stress:per valutare l’anatomia del gomito, eventuali esiti di frattura e la congruenza dell’articolazione del gomito
    • Risonanza Magnetica (RM):per valutare lo stato dei legamenti, della cartilagine e dei tendini. L'RM riscontra lesioni dei legamenti collaterali nel 50-70% dei casi di instabilità.
    • Tomografia Computerizzata (TC):utile per ottenere una visione più dettagliata di lesioni complesse.
  • Artroscopia: nei casi più complessi, un'artroscopia può essere utilizzata per visualizzare direttamente l'articolazione.

Con un trattamento adeguato, la maggior parte dei pazienti recupera piena funzionalità nel giro di 3-6 mesi. Tuttavia, il ritorno precoce all'attività senza un recupero completo può predisporre a recidive.


5. Trattamento

Il trattamento per l’instabilità cronica del gomito varia in base alla gravità e alla causa, e può essere conservativo o chirurgico.

  • Trattamento Conservativo:
    • Fisioterapia:
      esercizi per rafforzare i muscoli intorno al gomito e migliorare la propriocezione.
    • Tutori:
      i tutori possono limitare il movimento e stabilizzare il gomito durante la guarigione.
    • Farmaci antinfiammatori:
      per ridurre il dolore e il gonfiore. Nei casi lievi, il trattamento conservativo ha un tasso di successo di circa il 60-70%
  • Trattamento Chirurgico:
    • Riparazione a cielo aperto:
      nei casi di lesione legamentosa, si può intervenire con una riparazione o ricostruzione del legamento mediante innesti tendinei. Nei casi più complessi può essere necessario eseguire procedure anche a livello osseo.
    • Artroscopia:
      per rimuovere frammenti ossei o tessuti danneggiati o per eseguire la riparazione isolata di alcune strutture legamentose. Il trattamento chirurgico ha una percentuale di successo dell'80-90%, se seguito da una riabilitazione adeguata.
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