Patologie del Gomito

Epitrocleite

1. Che cos'è l'epitrocleite

L'epitrocleite, comunemente nota come "gomito del golfista", è una condizione dolorosa che interessa il gomito, più precisamente l'epicondilo mediale ovvero la parte interna del gomito, dove i tendini dei muscoli flessori dell'avambraccio si attaccano all'omero. È causata da un sovraccarico o da microtraumi ripetuti che portano a infiammazione o degenerazione dei tendini. E’ meno comune rispetto al "gomito del tennista" (epicondilite laterale), colpendo circa il 0,4-1,1% della popolazione generale. Si verifica prevalentemente tra i 30 e i 50 anni, con una leggera prevalenza negli uomini, specialmente in lavori o attività sportive che richiedono movimenti ripetitivi del polso e della mano. Il nome "gomito del golfista" deriva dalla frequenza di questa condizione nei golfisti, ma si riscontra anche in altri sportivi, come i giocatori di baseball, i lanciatori e i sollevatori di pesi. E’ inoltre frequente l’associazione dell’epitrocleite con la neuropatia del nervo ulnare, con sensazione di formicolii o alterazione della sensibilità a carico del 4° e 5° dito della mano.


2. Cause

Le principali cause dell'epitrocleite includono:

  • Movimenti ripetitivi:
    Attività che implicano flessione ripetuta del polso e delle dita, come il golf, il tennis, il lancio, o lavori manuali intensivi.
  • Sovraccarico funzionale:
    Uso eccessivo dei muscoli flessori e pronatori dell'avambraccio.
  • Posture errate o tecnica scorretta:
    Soprattutto nello sport, possono contribuire ad aumentare lo stress sulla zona.

3. Sintomi

  • Dolore localizzato sull'epicondilo mediale del gomito, che può irradiarsi lungo il lato interno dell'avambraccio.
  • Riduzione della forza nella presa.
  • Aggravamento del dolore con movimenti ripetitivi di flessione e pronazione del polso, come stringere oggetti o sollevare pesi.
  • In alcuni casi parestesie a carico di IV e V dito della mano.

4. Diagnosi

La diagnosi si basa su:

  • Esame clinico:
    Dolore riprodotto durante la palpazione dell'epicondilo mediale e con movimenti specifici contro resistenza.
  • Imaging:
    L'ecografia e la risonanza magnetica possono essere utili per valutare lo stato del tendine e l'eventuale presenza di lesioni degenerative. La radiografia standard può essere utile per verificare la presenza di eventuali alterazioni ossee in corrispondenza dell’epicondilo mediale.

5. Trattamento

Il trattamento dell'epicondilite varia in base alla gravità dei sintomi e può comprendere sia approcci conservativi sia chirurgici:

  • Conservativo (efficace nel 90-95% dei casi):
    • Riposo:
      Riduzione delle attività che aggravano il dolore.
    • Terapia fisica:
      Allungamenti ed esercizi eccentrici per rinforzare i muscoli flessori.
    • Farmaci:
      Antinfiammatori non steroidei (FANS) per alleviare il dolore.
    • Supporti ortopedici:
      Tutori per ridurre la tensione sul tendine.
    • Terapie avanzate:
      Terapie fisiche, onde d'urto o terapia con plasma ricco di piastrine (PRP) per stimolare la guarigione tendinea.
  • Chirurgia:
    • Indicata in meno del 5-10% dei casi refrattari ai trattamenti conservativi.
    • Consiste nella rimozione del tessuto tendineo danneggiato e nella stimolazione della rigenerazione. Nei casi di interessamento del nervo ulnare possono essere associati gesti chirurgici mirati alla liberazione o trasposizione del nervo.

Con un trattamento adeguato, la maggior parte dei pazienti recupera piena funzionalità nel giro di 3-6 mesi. Tuttavia, il ritorno precoce all'attività senza un recupero completo può predisporre a recidive.

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