Patologie del Gomito

Epicondilite

1. Che cos'è l'epicondilite

L'epicondilite, comunemente nota come "gomito del tennista", è una delle principali cause di dolore laterale al gomito. Non è da considerarsi un processo infiammatorio vero e proprio, ma piuttosto una tendinosi (condizione di degenerazione del tendine) a carico dei tendini estensori del braccio che si inseriscono a livello dell'epicondilo laterale, una prominenza ossea sulla parte esterna del gomito. Questa condizione è caratterizzata da dolore e infiammazione, localizzati prevalentemente sulla faccia esterna del gomito e si verifica più spesso in persone di età compresa tra i 30 e i 50 anni. Colpisce circa il 1-3% della popolazione generale e risulta particolarmente frequente tra gli atleti e in chi svolge attività ripetitive con le braccia.


2. Cause

Le cause principali dell'epicondilite sono i microtraumi ripetuti dei tendini che si inseriscono sull'epicondilo laterale, generati da movimenti eccessivi o intensi dell'avambraccio e del polso. Attività come il tennis, che implica movimenti ripetitivi del braccio e del polso, espongono particolarmente a questo rischio, ma anche lavori manuali intensivi e ripetitivi, come l'uso di strumenti vibranti, il giardinaggio, l'uso prolungato del mouse, possono contribuire all'insorgenza della condizione. Il sovraccarico e la mancanza di periodi di riposo per i tendini portano a microlesioni che, col tempo, degenerano in infiammazione cronica.


3. Sintomi

Il sintomo principale dell'epicondilite è il dolore al gomito, che può irradiarsi verso l'avambraccio e il polso. Il dolore può aumentare con l'attività fisica e con movimenti semplici come sollevare oggetti, stringere le mani o roteare il polso. Nelle fasi avanzate, il dolore può persistere anche a riposo e limitare in modo significativo la mobilità dell’arto. Circa il 75-80% delle persone con epicondilite riporta una sensibilità dolorosa localizzata sull'epicondilo laterale, e oltre il 50% può avere debolezza della presa.


4. Diagnosi

La diagnosi di epicondilite si basa principalmente sulla valutazione clinica e sull’anamnesi del paziente. L’esame clinico è fondamentale sia per confermare la diagnosi, sia per escludere altre cause di dolore laterale al gomito. In alcuni casi, si può ricorrere a esami strumentali come un esame radiografico standard, la risonanza magnetica (RMN) o l’ecografia per confermare il sospetto clinico, valutare l’entità del danno tendineo, o identificare altre cause dolore.


5. Trattamento

Il trattamento dell'epicondilite varia in base alla gravità dei sintomi e può comprendere sia approcci conservativi sia chirurgici:

  • Trattamento conservativo:
    Questo è il primo approccio e include il riposo, la limitazione dell'attività che ha causato il disturbo, l’applicazione di ghiaccio per ridurre l’infiammazione e l’uso di anti-infiammatori non steroidei (FANS) per alleviare il dolore. Fino al 90% dei casi di epicondilite si risolve con queste misure di automedicazione.x
  • Fisioterapia:
    La riabilitazione con esercizi di stretching e di rinforzo muscolare è spesso raccomandata e aumenta la probabilità di guarigione con il trattamento conservativo. Anche terapie come l'ultrasuonoterapia, la laserterapia o la terapia con onde d'urto possono favorire la guarigione e la riduzione del dolore
  • Infiltrazioni:
    In caso di dolore persistente, possono essere utilizzate infiltrazioni di plasma ricco di piastrine (PRP). La letteratura scientifica attuale sconsiglia invece l’utilizzo di corticosteroidi per via infiltrativa.
  • Chirurgia:
    Nei rari casi in cui i trattamenti conservativi non abbiano successo dopo 6-12 mesi (circa il 10-15% dei casi), può essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere il tessuto danneggiato o riparare i tendini lesionati. L’asportazione del tessuto degenerato può essere effettuata sia a cielo aperto, ovvero con una incisione localizzata sulla regione laterale del gomito o per via artroscopica, mediante l’utilizzo di piccole incisioni attraverso le quali è possibile introdurre degli strumenti dedicati per visualizzare l’articolazione ed eseguire l’escissione del tessuto patologico.
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